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«Ne ho molta, di roba nel cassetto: perfino drammi, lunghe pièces teatrali, qualcuna perfino messa qua e là in scena, e ancora tracce di racconti e di romanzi e fantasie varie. Roba nel cassetto: ma in vita mia ho cambiato casa ben nove volte e a ogni trasloco ho perduto di tutto. Quel cassetto, non so dov'è finito. Se ce ne sono ancora, di miei inediti sepolti in chissà quale cantina, o soffitta o garage, ebbene li ho perduti per sempre. Le patrie lettere non ne soffriranno, la letteratura mondiale non se ne rammaricherà granché: a me però dispiace. Le poesie, quelle, però si sono salvate. Non so se dire "per fortuna" o "purtroppo". In fondo sono testimonianza di un cammino, di un lento e accidentato, talora perfino doloroso, talaltra autoironico processo di costruzione di me stesso. Sia pur vergognandomene qua e là un po', ho deciso di farvele leggere: sono dotato di sufficiente spirito di autoironia per reggere al colpo.»